Madre Speranza ci ha chiamato a Collevalenza

Ed eccoci arrivati al nostro meraviglioso giorno di grazia. Innanzitutto una prima Dio-incidenza della quale ci rendiamo conto, pur sapendolo ovviamente, solo il giorno stesso: il 16 giugno è l’anniversario della nascita in cielo di Enrichetta Beltrame Quattrocchi, l’ultima dei 4 figli dei Beati, che appunto conoscemmo e che ci dette mandato di essere responsabili a Perugia dell’A.Mar.Lui di cui sopra. Nonostante il lavoro, i saggi scolastici, gli spettacoli di fine anno gran parte delle coppie riescono a partecipare a questo ritiro e,
con una puntualità sorprendente, ci siamo ritrovati all’appello in 72 adulti e più di 30 bambini! Tutti abbiamo potuto sperimentare la grazia dell’immersione nelle vasche e, subito dopo, la meravigliosa catechesi che è partita dal Vangelo di Giovanni al capitolo 15, versetto 12. «Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amato». Qui abbiamo parlato alle coppie attraverso le parole di don Mauro che hanno fatto riflettere su due pellegrinaggi. Uno al Santuario di Madre Speranza e l’altro nel Santuario del Sacramento del Matrimonio. Questo lo abbiamo potuto far penetrare nei cuori soltanto dopo aver riflettuto sul significato della discesa battesimale nell’immersione nelle vasche. Abbiamo visto che, così come esiste il BATTESIMO PERSONALE, arriviamo a vivere il BATTESIMO DEL NOI proprio, appunto, attraverso il matrimonio. Questo è anche il senso che raccontiamo nel nostro libro. Generare il Noi è come generare un figlio e questo figlio da curare e far crescere altro non è che il Sacramento stesso. Tutto ciò guarisce e compie miracoli se guardiamo dritti a quel CROCIFISSO che poi abbiamo tutti contemplato nella cappella del Santuario.
Ogni passo che abbiamo compiuto ha segnato un sigillo nel cuore di ogni coppia e di seguito riporteremo alcune testimonianze. Ascoltando Marina Berardi, che ci ha parlato con la sua profonda sapienza e dolcezza, nella Cappella del Crocifisso, mi ha colpito la storia di una coppia di cui non ricordo i nomi, il cui marito dopo non molto tempo dal matrimonio, affetto da un tumore grave ritorna alla casa del Padre. Marina raccontava della grande testimonianza e fede di questa donna rimasta vedova. La data del loro matrimonio è esattamente quella della mia nascita, il 17 aprile e ciò mi ha colpito perché in un tratto i miei occhi sono andati dritti in quelli della Beata Madre nel quadro appeso in cappella. È come se qualcosa si fosse mosso e in questi giorni a seguire sento una chiamata di cui potrò testimoniare più avanti se accadrà! Più ascoltavo e più vedevo la presenza reale dell’Amore Misericordioso verso ciascuno, anche perché Marina, senza sapere della catechesi vissuta qualche ora prima citava le stesse parole dette da noi alle coppie, a partire ad esempio dal passo del Vangelo citato sopra di Giovanni ed altro. Ma la cosa più importante è ciò che le coppie si sono portate via tornando nel loro ordinario quotidiano e, subito dopo, sono cominciati ad arrivarmi tanti messaggi…
Eccone alcuni:

“Ho capito che l’unica richiesta che faccio da tempo al Signore, prima o poi verrà realizzata. Ho capito che devo avere Cristo nel mio cuore e ho desiderato e desidero il Paradiso con tutta me stessa!” Grazie Madre Speranza
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“Quando le trivelle della nostra accoglienza si rompono e sembra che quell’acqua vitale non si trovi, per quanto scaviamo in profondità, Madre Speranza ci ricorda che il Signore ha detto È QUI! Il mio qui e ora è mia moglie, io mi sento amato da Dio e posso amare Ilaria solo se rimango in questo Amore più grande che io desidero”, scrive il marito ROBERTO.
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“Sento come se si fosse stappato qualcosa. Dopo il bagno, dove ho chiesto guarigione mia, di mio marito, dei miei figli e di tanti bambini malati per cui prego ho detto: oggi Madre ti darò tanto lavoro. Poi, alla Messa ho chiesto di essere Luce del Signore senza paura per poter amare chi mi ferisce, senza più lamentarmi delle grandi fatiche a cui sono chiamata. Vedevo sempre davanti a me il sorriso e le braccia aperte della Madre e subito dopo mi arriva un messaggio dal gruppo in cui preghiamo per questi bambini malati: Giovanni, che lotta contro un brutto male a seguito di trapianto di midollo, ricoverato per grosso problema ai polmoni, era stato appena dimesso e Angela, bambina con 3 forme tumorali diverse e 3 interventi subiti ha fatto una tac ed è completamente guarita! Grazie per averci portato a Collevalenza dalla Beata Madre Speranza!” -VALERIA E MATTEO-
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“Quando sono partita sabato mattina il mio cuore era pesante per la possibilità di perdere il lavoro e per mia madre che doveva fare una tac. Nel lavoro avrebbero preferito un’offerta che non mi avrebbe più inclusa in azienda. Mia mamma per la prima volta l’avevo affidata a mio fratello e mi sentivo molto in colpa. Tornando a casa, dopo questo bellissimo ritiro, ricevo 2 splendide notizie: Il lavoro, tutto come prima, quindi non lo avrei perduto. Mio fratello, che mai ha vissuto con mia madre un rapporto relazionale sereno, si era prodigato in un affettuoso tempo con lei portandola fuori a pranzo (mai accaduto) e stando accanto a lei con amore di figlio! Grazie davvero!”, -CLAUDIA-
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Questa che segue ha davvero del miracoloso perché, questa coppia, non è mai venuta insieme a vivere il nostro cammino se non, sporadicamente, la moglie da sola. In realtà il marito non sempre ha accettato la fede avendo sempre avuto un’opinione negativa della Chiesa e dei parroci. Loro sono di fede Ortodossa e hanno una bambina piccola. Lui ora si trova in stato di infermità fisica che lo ha costretto in sedia a rotelle. Dopo l’immersione nelle vasche già l’atteggiamento all’ascolto della catechesi era ben aperto e ciò che l’ha colpito è stato il sentirsi accolto come se ci fosse sempre stato. Sua moglie scrive questo:
“Mio marito non conosce neppure la preghiera del Padre Nostro e non si è mai confessato. Credo che ora sia cambiato tutto, anche se sono passati ancora pochi giorni. Ero stanca, non sapevo più dove sbattere la testa. Nostra figlia Anna ancora è piccina e io da sola devo gestire entrambi. Però sapevo che la spalla più importante non sono le persone ma è solo Lui, il Signore, in cui occorre credere sempre. Io porto una grande croce e mio marito ha soltanto noi e non mancano neppure i problemi economici. Quindi ho voluto che andassimo a questo ritiro. Così sabato, improvvisamente, mio marito sente per la prima volta nella sua vita di volersi confessare e io posso dire di aver visto un vero miracolo vedendolo oltretutto lacrimare più volte durante il percorso eucaristico. Rimango in attesa e in ascolto ringraziando in ginocchio la potente intercessione della Beata Madre Speranza”
-VERONICA FLORENTINA

Tante altre sono state le manifestazioni di profonda grazia ricevute dalle Coppie e iportarle tutte renderebbe lunghissima questa riflessione. Ciò che possiamo constatare è che di ritiri ne abbiamo fatti tanti e altrove ma ciò che si riporta da questo Santuario è ben altro perché ti rimane stampato nel cuore il miracolo di sentirsi diversi. Noi pensiamo che è un bene grandissimo che le famiglie possano passare da questo luogo per effettuare poi il pellegrinaggio nel Santuario della propria chiamata perché la vita, come diceva Marina, parlandoci in cappella, possa decollare in questo aereo della salvezza laddove in cabina di pilotaggio si lasci fare all’unico PILOTA che può condurci senza mai precipitare ma sollevati da quelle Ali di Aquila verso l’eternità. E così siamo tornati ognuno nelle nostre case a vivere l’ordinario, quello che viveva la stessa Beata Madre, come mi ha detto Debora, una moglie delle nostre coppie che ha capito che la santità passa dal quotidiano delle faccende domestiche, ove, persino per ottenere l’olio per cucinare è necessario fidarsi e chiedere a Dio che non ci farà mancare nulla di ciò che è necessario. Ora, nella nostra cappellina A.Mar.Lui oltre il portachiavi, ha preso dimora il crocifisso di Madre Speranza perché lei, da sempre è presente qui e ci custodisce! Grazie Signore per il dono di Madre Speranza che si unisce alla Comunione dei Santi e fa festa in cielo per ogni creatura e famiglia che Dio ha desiderato e progettato. Che tutte le famiglie possano vivere ritiri spirituali meravigliosi come è successo a noi!
Amen

Cristina Righi

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L’amore è fuoco che ti consuma

Prima di completare questo percorso che ci ha guidato nella bellezza dell’amore sponsale con il capitolo conclusivo, è importante soffermarsi su una parola. Parola che va meditata e letta all’interno della nostra vita. Questa parola è fuoco. Spessissimo nella Bibbia il fuoco è richiamato come segno della presenza di Dio stesso.  Nel Libro dei Numeri troviamo scritto che un fuoco illuminava l’Arca durante la notte. Quando Dio si manifesta a Mosè per la prima volta lo fa attraverso un roveto ardente, che bruciava senza consumarsi. Il fuoco lo ritroviamo anche ne Nuovo Testamento. Gesù dice: Sono venuto a portare il fuoco sulla terra; e come vorrei che fosse già acceso! (Luca 12, 49). Cosa significa questo desiderio di Gesù? Sono venuto a rimettere le cose apposto. Sono venuto a rimettere l’amore di Dio nel cuore dell’uomo! Lo dice con forza e con un desiderio ardente di chi desidera essere riamato da chi tanto è stato, ed è, da Lui amato. Noi abbiamo questo fuoco che arde nel nostro cuore e che illumina la nostra vita? Testimoniamo questo amore ai nostri figli, alle persone che ci stanno vicine e al mondo intero? Siamo profezia dell’amore di Dio attraverso il nostro sacerdozio di sposi? Chi vede noi può capire qualcosa di come Dio ama? Questo fuoco si deve sentire! Questo fuoco deve produrre effetto altrimenti non è un fuoco. Se un fuoco non riscalda e non dà luce che fuoco è? Ci viene in aiuto, per comprendere meglio, un passo dell’Apocalisse:

All’angelo della Chiesa che è a Laodicèa scrivi:
“Così parla l’Amen, il Testimone degno di fede e veritiero, il Principio della creazione di Dio. Conosco le tue opere: tu non sei né freddo né caldo. Magari tu fossi freddo o caldo! Ma poiché sei tiepido, non sei cioè né freddo né caldo, sto per vomitarti dalla mia bocca. Tu dici: Sono ricco, mi sono arricchito, non ho bisogno di nulla. Ma non sai di essere un infelice, un miserabile, un povero, cieco e nudo. Ti consiglio di comperare da me oro purificato dal fuoco per diventare ricco, e abiti bianchi per vestirti e perché non appaia la tua vergognosa nudità, e collirio per ungerti gli occhi e recuperare la vista. Io, tutti quelli che amo, li rimprovero e li educo. Sii dunque zelante e convertiti. Ecco: sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me. Il vincitore lo farò sedere con me, sul mio trono, come anche io ho vinto e siedo con il Padre mio sul suo trono. Chi ha orecchi, ascolti ciò che lo Spirito dice alle Chiese”

La Chiesa di Laodicea è la nostra piccola chiesa domestica. La piccola chiesa di Luisa e Antonio. Ognuno metta il suo nome. Cosa ci dice questo passo dell’Apocalisse? Saremo giudicati sull’amore. Quando saremo davanti a Gesù alla fine della nostra vita cosa ci verrà chiesto come prima cosa? Antonio hai amato Luisa? Sei stato fuoco per lei? Oppure sei stato tiepido? Non sei stato capace di donarti in pienezza? Hai messo altro davanti alla tua vocazione di sposo? Hai imparato a guardarla come io la guardo? Hai capito di essere troppo povero per amarla davvero senza il mio aiuto? Ti sei fatto piccolo per lasciare posto al mio Santo Spirito? Hai offerto la tua vita in sacrificio per lei? Sei stato amabile verso di lei? L’hai ricolmata di tutti i doni che io ho preparato per lei e per voi? Avete rinnovato il vostro sacramento nell’unione intima? Lo hai fatto purificando il tuo cuore e preparandoti per farti dono e così hai vissuto con lei nella pienezza e nella gioia questo momento di unione profonda dei vostri corpi e dei vostri cuori?

Naturalmente il giudizio non sarà così, ma questo dialogo simulato esprime bene ciò che ci porteremo dietro alla fine della nostra vita terrena. Queste sono le domande che dobbiamo farci anche su questa terra. Se non sappiamo tenere vivo il fuoco dello Spirito Santo in noi e nel nostro noi della coppia, già su questa terra vivremo un agonia, una morte annunciata. Questo fuoco è stato incarnato in modo mirabile e meraviglioso da una giovane sposa e mamma: Chiara Corbella. Chiara in una delle sue riflessioni scrisse:

Lo scopo della nostra vita è amare ed essere sempre pronti ad imparare ad amare gli altri come solo Dio può insegnarti. L’amore ti consuma ma è bello morire consumati proprio come una candela che si spegne solo quando ha raggiunto il suo scopo. Qualsiasi cosa farai avrà senso solo se la vedrai in funzione della vita eterna

Anche qui torna l’immagine del fuoco. Non come nel roveto, qui la candela è consumata dal fuoco. Sapete quando la mia sposa mi appare bellissima? Quando, come questa sera,  è distrutta da una giornata di lavoro e ancora riesce a mantenere una dolcezza che mi lascia senza parole. Mi piace guardarla , perchè è davvero bella nonostante la stanchezza che le si legge in volto. Una bellezza che forse posso percepire solo io perchè conosco la fatica che le costa dover fare tutto ciò che fa. Mi tornano in mente le parole del Papa che durante il suo viaggio in Messico espresse benissimo questo concetto dicendo: ” preferisco una famiglia con la faccia stanca per i sacrifici ai volti imbellettati che non sanno di tenerezza e compassione”. E’ esattamente così. La bellezza più assoluta e autentica è questa. La bellezza è essere capaci di non perdere la tenerezza e la compassione anche nella fatica di ogni giorno, anche negli impegni che sono così tanti che fatichi a ricordarli tutti. Questa bellezza non teme il tempo che passa, non teme le rughe o le smagliature. E’ bellissima una persona che si consuma d’amore, è affascinante e irradia qualcosa che non viene solo da lei, una luce particolare nello sguardo e nel viso che è riverbero della luce di Dio.  La candela è un’immagine bellissima e concreta di ciò che siamo. Una candela nuova e spenta non si consuma ma non fa luce e non scalda. Una candela accesa, piano piano si fa piccola e si consuma perdendo la propria perfezione, coprendosi di strisce si colata di cera, che ricordano tanto le rughe di un viso consumato dalla vita. Ma qui accade il miracolo. Consumandosi la candela illumina e scalda chi è vicino e quella candela accesa appare molto più bella di una candela nuova e spenta. Questa è la bellezza degli sposi che si amano e si donano mettendo se stessi dopo l’altro/a. Essendo felici di spendersi e consumarsi per la gioia dell’altro/a. La mia sposa è magnifica ogni giorno di più perchè la sua luce illumina la mia vita e il suo calore scalda il mio cuore ed è vero che esistono tante candele più nuove e perfette di lei ma non potranno mai sprigionare il fascino e la bellezza che riesce a sprigionare lei quando non si risparmia, spendendo tutto di sè, cuore, corpo e spirito, per la mia gioia e la mia pace.

Essere fuoco significa consumarsi per il nostro coniuge, per i nostri figli e per tutte le persone che incontriamo. Solo così possiamo  essere fuoco e raccontare qualcosa di Dio al mondo, illuminare con la nostra vita e il nostro matrimonio la società in cui viviamo che ha perso speranza e senso.

Antonio e Luisa

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1 Introduzione 2 Popolo sacerdotale 3 Gesù ci sposa sulla croce 4 Un’offerta d’amore 5 Nasce una piccola chiesa 6 Una meraviglia da ritrovare 7 Amplesso gesto sacerdotale 8 Sacrificio o sacrilegio 9 L’eucarestia nutre il matrimonio 10 Dio è nella coppia11 Materialismo o spiritualismo 12 Amplesso fonte e culmine 13 Armonia tra anima e corpo 15 L’amore sponsale segno di quello divino 16 L’unione intima degli sposi cantata nella Bibbia 17 Un libro da comprendere in profondità 18 I protagonisti del Cantico siamo noi 19 Cantico dei Cantici che è di Salomone 20 Sposi sacerdoti un profumo che ti entra dentro.21 Ricorderemo le tue tenerezze più del vino.22 Bruna sono ma bella 23 Perchè io non sia come una vagabonda 24 Bellissima tra le donne 25 Belle sono le tue guance tra i pendenti 26 Il mio nardo spande il suo profumo 27 L’amato mio è per me un sacchetto di mirra 28 Di cipresso il nostro soffitto 29 Il suo vessillo su di me è amore 30 Sono malata d’amore 31 Siate amabili 32 Siate amabili (seconda parte) 33 I frutti dell’amabilità34 Abbracciami con il tuo sguardo35 L’amore si nutre nel rispetto. 36 L’inverno è passato 37 Uno sguardo infinito 38 Le piccole volpi che infestano il nostro amore.39 Il mio diletto è per me. 40 Voglio cercare l’amato del mio cuore 41 Cos’è che sale dal deserto 42 Ecco, la lettiga di Salomone43 I tuoi seni sono come due cerbiatti 44 Vieni con me dal Libano45 Un giardino da curare 46 L’eros è un amore tenero 47 La tenerezza è amare come Dio ci ama 48 Mi hai rapito il cuore con un tuo sguardo 49 Fammi sentire la tua voce. Perchè la tua voce è soave 50 Mi baci con i baci della sua bocca 51 Quanti sono soavi le mie carezze sorella mia, sposa 52 Venga il mio diletto nel suo giardino e ne mangi i frutti squisiti 53 Le carezze dell’anima 54 Un rumore! E’ il mio diletto che bussa. 55 Il mio diletto ha messo la mano nello spiraglio 56 Io venni meno per la sua scomparsa 57 Mi han tolto il mantello 58 Che ha il tuo diletto di diverso da un altro? 59 Il matrimonio non è un armadio 60 Dolcezza è il suo palato 61 Uccidete il sogno 62 Bella come la luna 63 Sui carri di Ammi-nadìb 64 Vogliamo ammirarti 65 Non mendicanti, ma re e regine 66 Carne della mia carne 67 La tua statura rassomiglia a una palma e i tuoi seni ai grappoli. 68 Il tuo palato è come vino squisito 69 Il suo desiderio è verso di me 70 C’è ogni specie di frutti squisiti, freschi e secchi 71 Oh se tu fossi un mio fratello 72 Migliori amici l’uno dell’altra 73 Chi è colei che sale dal desrto, appoggiata al suo diletto? 74 Un caffè per uscire dal deserto 75 Sotto il melo ti ho svegliata  76 Mettimi come sigillo sul cuore 77 Forte come la morte è l’amore 78 Una fiamma del Signore 78 Le grandi acque non possono spegnere l’amore 79 Tutte le ricchezze del mondo non valgono un grammo d’amore